Chiaroscuro #2: Spätzle e pantaloni alla zuava – Il commissario Kluftinger

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Oggi parliamo del commissario Kluftinger, personaggio creato dalla penna di Volker Klüpfel Michael Kobr, protagonista di “Spiccioli per il latte” e “Mistero in fondo al lago”, quest’ultimo uscito lo scorso 7 febbraio per Emons Edizioni con la traduzione di Anna Carbone.

Spiccioli per il latte
Spiccioli per il latte:
Akusried, nella regione dell’Algovia, è un angolo di mondo ancora sereno, con prati verdeggianti dove le mucche pascolano felici davanti a uno splendido panorama montano. Qui vive il commissario Kluftinger, soddisfatto della sua tranquilla routine. Sua moglie, Erika, prepara gli spätzle con le cipolle, e Kluftinger suona – riluttante – la grancassa nella banda del paese. Ma questo lunedì gli spätzle gli rimarranno sullo stomaco: il chimico alimentare del caseificio della zona è stato strangolato. Amato dalle donne e apprezzato professionista, Philip Wachter non sembrava avere nemici. La polizia non sa che pesci pigliare fino a quando, dopo un esilarante inseguimento al cimitero, comincia a farsi luce una lieve traccia da seguire in un caso che puzza sempre più di frode.

Mistero in fondo al lago
Mistero in fondo al lago:
Lo scenario è ancora quello, pascoli verdi e mucche felici. È proprio lì in mezzo che questa volta spunta il morto, un morto non proprio morto però… Così, quella che per il commissario Kluftinger doveva essere una tranquilla gita di famiglia per mostrare le bellezze naturali della regione alla nuova fidanzata giapponese del figlio, si trasforma in un nuovo caso. Che ci fa un sub riverso in una pozza di sangue nei pressi di un ameno laghetto di montagna, soprattutto in pieno inverno e soprattutto dove le immersioni sono vietate da anni? E cosa sono quei misteriosi segni tracciati nella neve lì accanto? Mentre una strana reticenza avvolge il passato del lago, Klufti riuscirà a cavarsela ancora una volta con indagini a ritroso nel tempo che lo porteranno fino alla Seconda Guerra Mondiale…

Nonostante tutto il mese di febbraio si è rivelato interessante dal punto di vista letterario, un periodo di grande scoperte, partendo proprio dalla serie di cui vi parlo oggi, le indagini del commissario Kluftinger, protagonista di più di dieci romanzi circa e che poco a poco Emons sta portando in Italia. In vista dell’uscita del secondo romanzo, “Mistero in fondo al lago”sono andata a recuperare il primo volume in biblioteca, “Spiccioli per il latte”, e dopo averli letti entrambi posso dirlo a cuore aperto, adoro il duo geniale che ha creato il commissario e che mi ha portato lontano, fino ad Algovia per scoprire dei gialli meravigliosi, divertenti e dinamici.

Volker Klüpfel e Michael Kobr sono la dimostrazione che volere è potere. Amici dai tempi della scuola sono riusciti a trovare un equilibrio per costruire una serie che vale la pena leggere per scoprire anche il lato oscuro dell’Algovia, questa regione meravigliosa dove di solito non succede niente di eclatante, ma che in due romanzi è stata il palcoscenico di crimini efferati e di indagini peculiari che si intrecciano al passato, trasformando una meta turistica come un lago in qualcosa di temibile e oscuro.

La parola chiave è divertimento. Con uno stile semplice e diretto gli autori ci invitano a seguire il commissario Kluftinger nelle sue indagini, mescolando abilmente il fascino del mistero con l’ironia, alleggerendo così i casi che affronta, ma senza rendere superficiale l’insieme, semmai l’opposto, riescono ad arricchire la narrazione con tanti piccoli particolari dimostrando che si può “imparare” divertendosi.

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In “Spiccioli per il latte” il commissario Kluftinger appare come una gemma di sale che vorrebbe essere un diamante ma che quando la metti in acqua si scioglie. Ghiotto di spätzle, il lunedì, non avrebbe mai immaginato che il suo giorno sacro sarebbe stato profanato da una telefonata, la notizia del ritrovamento del cadavere di Peter Wachter, designer alimentare del caseificio Schönmanger. Da quel momento la situazione degenera, quello che era un luogo tranquillo si trasforma in un brutto sogno, uno di quelli in cui deve lavorare a tempo pieno per riuscire a scovare l’assassino.

Il signor Watcher è stato ucciso con un filo metallico e da quello che il commissario scopre interrogando un suo collega, Robert Bartsch, la vita della vittima non era tutta rosa e fiori, sembrerebbe infatti che il rapporto con le donne sia sempre stato problematico, il che spiega anche il fallimento del suo matrimonio, ma può essere abbastanza per troncare la vita di un uomo? Poco a poco si delinea un’indagine intrigante e al tempo stesso esilarante, capace di suscitare un sorriso nel lettore che viene sin da subito introdotto nel mondo di Kluftinger ricco di spätzle alle cipolle vestiti con pantaloni alla zuava. 

All’ultima moda, pungente e abitudinario il commissario Kluftinger è un personaggio che difficilmente si dimentica, lo dimostra il fatto che sono riuscita a divorare il primo romanzo in così breve tempo da voler cominciare subito il secondo e per fortuna lo avevo a portata di mano, ma ora che sono riuscita a mettermi alla pari con le pubblicazioni in Italia già mi manca l’Algovia, le mucche che pascolano e persino il profumo degli spätzle. È un po’ come se Volker Klüpfel e Michael Kobr avessero aggiunto un posto a tavola per farci entrare nella speziata vita di Kluftinger, per farci assaporare inimitabile fragranza della vita sulle alpi, oltre a quella degli spätzle.

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Se il primo romanzo ci ha introdotti il commissario, “Mistero in fondo al lago” invece ci fa inabissare nei meandri delle sue indagini, facendoci scendere fino sul fondale di un lago pieno di segreti. Anche questa volta la scintilla della narrazione viene accesa da un frammento di vita quotidiana, che non vede protagonisti gli spätzle, bensì suo figlio Markus e una serie di portate a base di pesce crudo che faranno rimpiangere al nostro caro commissario il ripieno di cipolla del suo piatto preferito. Ma sebbene le risate non sono destinate a lasciarci lo scenario che si presenta questa volta è ben più agghiacciante. Un sommozzatore viene ritrovato riverso in una pozza di sangue sulle rive rive del lago con un misterioso disegno inciso e proprio come se fossimo dentro a un film dell’orrore niente è come appare, il presunto cadavere non è un cadavere. 

La figuraccia fatta con la fidanzata del figlio, Yumiko, passa in secondo piano quando cominciano le indagini tra un colpo di tosse, un telefono fuori controllo e una nuova partner antipatica, mentre il lago diventa una finestra temporale, mostra passato e presente, portando all’attenzione del commissario qualcosa di inaspettato, un pozzo senza fondo di segreti, dicerie e strani fenomeni verificatisi nel luogo, un vero e proprio ricettacolo di leggende urbane e misteri. Ma il male questa volta non è facile da vedere, non tanto perchè sa nascondersi all15a vista del nostro perspicace commissario, ma proprio perchè risulta invisibile all’occhio umano. Soltanto chi osserva da diversi anni il lago sa cosa c’è in quelle acque, ne conosce i pericoli, i segreti e le potenzialità.

Devo dire che rispetto alla prima indagine ho trovato questo secondo romanzo più complesso, con un’indagine totalmente strutturata attorno ad un unico elemento, il lago, che diventa protagonista di qualsiasi vicenda che lo riguarda da vicino. Riuscire ad inserire tutti gli elementi intorno ad un unico pretesto narrativo non è facile, richiede organizzazione e il giusto tempismo nel fare incastrare i vari ingranaggi così che la storia non risulti soltanto un circolo vizioso. 

In entrambi i romanzi anche la famiglia ha la sua importanza, lo dimostra il fatto che non è soltanto Klufti il protagonista, ma anche sua moglie, Erika, con la quale battibecca ma non riesce a tenerle il muso a lungo, anche suo figlio, Markus, e persino la fidanzata hanno arricchito la parte di vita quotidiana del commissario, un po’ movimentata, ma pur sempre in stile Kluftinger. Stesso discorso vale per la squadra con la quale lavora, da spessore alla storia, in un caleidoscopio tutto alpino che vale la pena di essere visto almeno una volta nella vita.

Gli “Spiccioli per il latte” erano pochi perchè erano stati spesi per un piatto di spätzle fumanti, mentre un “Mistero in fondo al lago” rallenta la digestione del povero commissario Kluftinger.

 

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Emons per la copia omaggio di “Mistero in fondo al lago”.

May the Force be with you!
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